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Charles Reznikoff, Olocausto / Holocaust, Benway Series 6

Reznikoff, Charles

Charles Reznikoff,
Olocausto = Holocaust.
Traduzione: Andrea Raos.
Colorno : Tielleci, 2014. – 96 p. ; 19,5 cm.
(Benway Series ; 6).
978-88-98222-10-0 : 10€

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Charles Reznikoff (1894-1976) è stato uno dei maggiori poeti statunitensi, collocabile nell’ambito della seconda generazione di autori modernisti. Fu partecipe in prima persona (con Louis Zukofsky,  George Oppen, Carl Rakosi) dell’idea e progetto “oggettivista”. È autore di numerosi testi di poesia, tra cui Jerusalem the Golden (1934), In Memoriam (1936), By the Waters of Manhattan: Selected Verse (1962), Testimony: The United States (1885-1890) (1965), Holocaust (1975).

Olocausto è l’ultimo testo (1975) di Charles Reznikoff (1894-1976), uno dei maggiori esponenti dell’oggettivismo americano. Utilizzando come fonte gli atti del processo Eichmann a Gerusalemme (1961) e alcune trascrizioni dei processi di Norimberga (1945-46) pubblicate dal governo degli Stati Uniti, Reznikoff affronta il tema della Shoah nello stesso spassionato stile documentaristico con cui aveva esplorato i drammi umani sepolti nei casellari giudiziari americani. Il poeta ebreo americano affronta la tragedia della storia con una scrittura che rifiuta, apparentemente, di mediare l’esperienza terrificante di questi avvenimenti con una qualsiasi genericità di matrice letteraria. Lascia che le atrocità e gli orrori dei campi di sterminio vengano posti crudamente davanti al lettore attraverso le parole dei sopravvissuti. Dirà in un’intervista: «Ho visto delle cose che mi toccano e le ho messe giù come le vedo io. Nel trattarle, mi astengo dal commentare». Lo stile letterale che di fatto Reznikoff utilizza nel poema non è dunque casuale, bensì una scelta tecnica consapevole che priva il lettore di ogni senso di catarsi: queste cose sono successe e la superficie piana della scrittura non offre alcuna redenzione, alcuna possibilità di fuga.